venerdì 7 luglio 2017

Europa: sempre più chiusa e meno solidale



Articolo da Cronache di ordinario razzismo

Sostegno, responsabilità, solidarietà. Detenzione, chiusura e respingimenti. Rispetto al tema delle migrazioni, nelle sedi europee le parole si scontrano con i fatti. Non è una novità: purtroppo, è un leit motiv che riecheggia ormai da anni nei palazzi istituzionali e nei discorsi pubblici. Una discrasia tra intenti dichiarati e azioni intraprese emersa anche oggi, durante il vertice informale che ha riunito a Tallin i ministri dell’Interno dei paesi membri.

L’incontro ha mosso le basi dalle sollecitazioni lanciate i giorni scorsi dall’Italia: di fronte a una forte pressione migratoria e alla solitudine con cui continua ad affrontarla (si ricordi, solo a titolo esemplificativo, l’inadempienza dei paesi europei rispetto al programma di relocation), l‘Italia ha chiesto di ridefinire la missione Triton – operazione a guida italiana che ha sostituito nel novembre 2014 Mare Nostrum, per la ricerca e il soccorso in mare – consentendo l’attracco delle navi che effettuano operazioni di ricerca e soccorso in mare anche nei porti di Francia e Spagna, e non solo in quelli italiani, come attualmente previsto. In caso contrario, l’Italia ha minacciato di chiudere i propri porti. Una misura che di fatto creerebbe molti problemi ai migranti, ma pochissimi ai paesi europei: che infatti non sembrano essere stati particolarmente turbati dalla minaccia. Il presidente francese Macron, che pochi giorni fa ammetteva “l’errore europeo di non aver ascoltato l’Italia”, ha reagito all’appello con un categorico no. Gli ha fatto eco il ministro tedesco Thomas de Maiziere: “Non sosteniamo la cosiddetta regionalizzazione delle operazioni di salvataggio”. Dello stesso parere Olanda e Belgio: “Aprire più porti europei ai migranti soccorsi non risolverà il problema. Bisogna pensare al ruolo che i porti africani potrebbero avere, come quelli di Tunisia ed Egitto ad esempio”, ha dichiarato il ministro per la Sicurezza e Giustizia olandese Stef Blok, e il ministro per l’Asilo e le politiche migratorie belga Theo Francken ha affermato: “Non credo che il Belgio aprirà i suoi porti”. Molte parole di comprensione e solidarietà, pochissimi fatti dunque. E il ‘piano di azione’ presentato martedì 4 al Parlamento dalla Commissione Europea, e discusso oggi nella capitale estone, si inserisce in questo binario, non scalfendo in alcun modo la strategia finora adottata dall’Europa, tutta incentrata sulla chiusura delle frontiere, la detenzione dei migranti e il loro respingimento. Con il solito preambolo di belle parole.

“La perdita di vita umane e i continui flussi di migranti, primariamente economici, sul percorso del Mediterraneo centrale rappresentano una sfida strutturale, e restano motivo di preoccupazione urgente”, si legge nell’incipit del piano di azione.

Ma in cosa consiste questo piano, sottoposto oggi al vaglio dei ministri?

Codice di condotta per le ong che effettuano operazioni di search and rescue

La Commissione concorda con la creazione di un codice di condotta, sollecitato dall’Italia, che avrà il compito di redigerlo. L’obiettivo del codice sarebbe un miglior coordinamento delle operazioni delle Ong: anche se di fatto si intravede la volontà di un maggior controllo delle organizzazioni, alle quali si chiede di collaborare con la polizia e con la Guardia Costiera libica, spesso protagonista di atti violenti, come denunciato più volte dai migranti. Va inoltre sottolineato che le ong impegnate in operazioni di ricerca e soccorso in mare hanno già un codice di condotta, trasparente e consultabile.

Il parere delle ong viene sintetizzato dalle parole di Francesco Petrilli, portavoce Concord Italia: “Le minacce italiane di chiudere i propri porti alle navi che trasportano migranti e istituire un codice di condotta per le Ong rappresenta una volontà precisa tesa a spostare l’attenzione dalla mancanza di solidarietà tra i governi europei nella gestione dei flussi migratori. Ma non è limitando le azioni di salvataggio nel mar Mediterraneo, che si potrà affrontare l’emergenza. Ecco perché come Concord esprimiamo forte preoccupazione.


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Fonte: Cronache di ordinario razzismo

Autore: redazione Cronache di ordinario razzismo

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Articolo tratto interamente da Cronache di ordinario razzismo  



6 commenti:

  1. Tante chiacchiere e pochi fatti...come si prevedeva.
    Buona giornata Vincenzo.

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    1. Purtroppo di fatti concreti pochi, mentre migliaia di persone muoiono ogni giorno.

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  2. Caro Vincenzo, credo che questa piaga sia difficile da risanare!!!
    Ciao e buona giornata, è tornato il caldo! un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  3. Ciao Vincenzo, dopo varie peripezie che mi hanno tenuta lontana dal blog passo per un saluto e per augurarti un felice fine settimana.
    Antonella

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