martedì 4 novembre 2014

L’inversione dei poli magnetici terrestri avviene più rapidamente del previsto

Magnetosphere rendition
 
Articolo da Reset Italia
 
I poli del campo magnetico terrestre possono invertirsi nell’arco di una vita umana. A rivelarne i dettagli, uno studio internazionale sulle proprietà paleomagnetiche di una sequenza sedimentaria nel Bacino di Sulmona. La ricerca, condotta da Cnr e Ingv, è stata pubblicata sul Geophysical Journal International

Non sono ancora chiari i motivi, ma a distanza di migliaia o centinaia di migliaia di anni i poli magnetici della Terra si invertono. Risale a circa 786.000 anni fa l’ultima inversione a cui è stato dato il nome di ‘transizione Matuyama-Brunhes’. A gettare una nuova luce sulla dinamica di questo fenomeno, uno studio di paleomagnetismo condotto da un team internazionale di ricercatori dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Igag-Cnr), dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), della Columbia University, Berkeley Geochronology Center e Laboratoire des Sciences du Climat et de Environnement (LSCE), CEA-CNRS e Gif-sur-Yvette. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Geophysical Journal International (http://gji.oxfordjournals.org/content/199/2/1110.abstract). Obiettivo dello questo studio è stato analizzare le proprietà paleomagnetiche di una sequenza sedimentaria deposta sul fondo di un antico lago, ora affiorante in superficie nel bacino di Sulmona, nei pressi del paese di Popoli, in Abruzzo. La ricerca fa parte di un insieme di indagini condotte dall’Igag-Cnr volte a caratterizzare l’assetto stratigrafico e tettonico dei bacini intra-Appenninici in aree caratterizzate da intensa attività sismica.

Alcuni tipi di rocce contengono minerali magnetici (ossidi di ferro) che tendono ad orientare la propria magnetizzazione secondo la direzione del campo magnetico terrestre esistente al momento della formazione delle stesse. Perciò, esaminando il magnetismo delle rocce di epoche diverse è possibile ricostruire l’andamento del campo magnetico del pianeta nel tempo geologico.

 “Le misure condotte nel laboratorio di paleomagnetismo dell’Ingv”, spiega Leonardo Sagnotti, ricercatore Ingv che ha guidato la ricerca, “hanno dimostrato che questi sedimenti hanno eccellenti proprietà per la registrazione delle variazioni del campo magnetico nel passato”.

Inoltre, la successione sedimentaria lacustre del bacino di Sulmona contiene numerosi sottili livelli di ceneri vulcaniche emesse durante violente eruzioni esplosive dei vulcani laziali, lungo il versante tirrenico della penisola italiana, che sono state datate con metodi radiometrici nei laboratori di Gif-sur-Yvette (Francia) e Berkeley (USA), fornendo quindi precisi vincoli cronologici per datare l’intervallo di sedimenti contenenti l’inversione magnetica.


Continua la lettura su Reset Italia

 
Fonte: Reset Italia

Autore:


Licenza: Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.



Articolo tratto interamente da Reset Italia

Photo credit Nasa (http://sec.gsfc.nasa.gov/popscise.jpg) [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

 

1 commento:

  1. Veramente interessante questo articolo caro Vincenzo, speriamo che questo avvenga senza fare dei disastri naturali sulla terra, è già abbastanza martoriata dalli agenti atmosferici che sconvolgono la natura.
    Ciao e buona serata, amico.
    Tomaso

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.