sabato 2 novembre 2013

Novembre di Giovanni Pascoli


Novembre

Gèmmea l’aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore.

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.

Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. È l’estate,
fredda, dei morti.

Giovanni Pascoli

5 commenti:

  1. Adoro questa poesia, che conosco a memoria e che mi recito tra me e me di tanto in tanto.
    Grazie Cavaliere!

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  2. Bellissima! Certe poesie non finiscono mai di emozionare.

    Ti auguro una buona serata.
    Antonella

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  3. Bella la poesia di Giovanni Pascoli, e pure l'immagine altrettanto..
    Caro Cavaliere un caro saluto.
    Tomaso

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  4. Anche "Novembre, è tempo di migrare...". Io sono emigrato 13 anni fa, per amore. Naturalmente la poesia è molto bella, anche se quando studiavo, mi rompeva impararle a memoria. Oggi mi resta solo una parte del 1° canto dell'Inferno di Dante. Chi disse che la cultura è tutto quello che resta dopo molti anni di vita? Buona domenica.

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  5. Bella questa poesia...non ricordo di averla studiata a scuola...ma altre sì....

    ti auguro un sereno fine settimana....

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