lunedì 7 maggio 2012

A se stesso di Giacomo Leopardi


A se stesso

Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l’inganno estremo,
Ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.      
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, né di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.      
T’acqueta omai. Dispera
L’ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,      
E l’infinita vanità del tutto.


Giacomo Leopardi


4 commenti:

  1. non donò che il morire...come si fa a non apprezzare la modernità dei versi

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  2. Amo Leopardi e la forza del suo pensiero. Il miracolo della sua poesia è che ciò che in effetti è un manifesto filosofico della razionalità e del disincanto, riesca a far vibrare le corde più intime dell'animo umano.
    Grazie Cavaliere per avermela fatta rileggere stamattina.

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  3. Amo Leopardi.Nel tuo blog non ho problemi,buon pomeriggio!OLGA

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  4. Leopardi viene tuttora amato a prima lettura dai giovani!

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