giovedì 9 febbraio 2012

Una crisi umanitaria senza precedenti in Grecia


The Parthenon, Athens


Articolo da Tlaxcala

Il discorso che segue è stato pronunciato da Sonia Mitralia – membro del Comitato greco contro il debito e del CADTM internazionale, di fronte alla Commissione sociale dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, tenutasi il 24 gennaio 2012 a Strasburgo sul tema: “Le misure d’austerità: un pericolo per la democrazia e i diritti sociali”.

A quasi due anni di distanza dal trattamento d’urto imposto alla Grecia dalla Banca centrale europea, dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale, il suo bilancio è catastrofico, rivoltante e disumano.
Per cominciare, gli stessi ispiratori di queste politiche ora riconoscono esplicitamente non solo il loro patente fallimento, ma anche come le loro ricette fossero fin dall’inizio completamente sbagliate, irrealistiche, inefficaci e anche controproducenti. Eccone una dimostrazione, che riguarda non una questione secondaria ma l’essenza stessa del problema: il debito pubblico greco in quanto tale. Secondo tutti i responsabili del disastro greco, se le loro politiche (di rigore più che draconiano) risultassero efficaci al 100%, cosa del resto assolutamente illusoria, il debito pubblico greco verrebbe riportato nel 2020 al 120% del Pil del paese, e cioè al tasso che registrava… nel 2009, quando è cominciato tutto questo gioco al massacro! Insomma, quello che oggi ci dicono cinicamente è che hanno distrutto un’intera società europea… assolutamente per niente!
Invece, come se tutto ciò non bastasse, continuano a imporre ai greci - ma praticamente anche a tutto il mondo – esattamente le medesime politiche che loro stessi riconoscono che sono fallite. Così, in Grecia si è arrivati al settimo “Memorandum” d’austerità e di distruzione di servizi pubblici, dopo che i primi sei hanno dimostrato un’assoluta mancanza di efficacia! In Portogallo, in Irlanda, in Italia, in Spagna e un po’ ovunque in Europa si assiste all’applicazione degli stessi piani d’austerità draconiana che approdano dappertutto all’identico risultato, e cioè quello di sprofondare le economie e le popolazioni in una recessione e un marasma sempre più profondi.
In realtà, espressioni quali “austerità draconiana” sono assolutamente insufficienti a descrivere quel che sta accadendo in Grecia. I salari e le pensioni sono stati decurtati del 50% o addirittura, in certi casi, del 70%. La malnutrizione imperversa fra i bambini delle elementari, la fame fa la sua comparsa soprattutto nelle grandi città del paese, il cui centro è ormai occupato da decine di migliaia di Senza fissa dimora (Sdf), affamati e cenciosi. La disoccupazione colpisce ormai il 25% della popolazione e il 45% dei giovani (il 49,5% delle giovani donne). I servizi pubblici sono stati ormai liquidati o privatizzati, con la conseguenza che i posti letto negli ospedali si sono ridotti (per decisione governativa) del 40%, che costa carissimo addirittura partorire, che gli ospedali pubblici sono ormai privi di bende o di medicine di base come l’aspirina.


Lo Stato greco è regolarmente incapace (nel gennaio 2012!) di fornire agli alunni i testi per l’anno scolastico iniziato lo scorso settembre. Decine di migliaia di cittadini greci portatori di handicap, infermi o che soffrono di malattie rare si vedono condannati a morte certa a breve scadenza dopo che lo Stato greco ha tolto loro sussidi e medicine. Aumenta a velocità allucinante il numero di tentati suicidi, come del resto quello di sieropositivi e di tossicodipendenti ormai abbandonati alla loro sorte dalle autorità. Milioni di donne greche si vedono ormai gravate di quelle funzioni che normalmente spettavano allo Stato tramite i servizi pubblici, prima che venissero smantellati o privatizzati dalle politiche d’austerità. La conseguenza di ciò è un vero e proprio calvario per queste donne greche: non solo sono le prime a essere licenziate e sono costrette ad assumersi i compiti dei servizi pubblici lavorando sempre più a casa gratuitamente, ma sono anche bersaglio diretto del riemergere dell’oppressione patriarcale che funge da alibi ideologico per il rientro forzato delle donne in seno al focolare domestico.
Si potrebbe continuare pressoché all’infinito a descrivere il decadimento della popolazione greca. Ma, anche limitandoci a quanto detto fin qui, si constata che ci si trova di fronte a una situazione sociale che corrisponde perfettamente allo “stato di bisogno” o di rischio che da tempo il diritto internazionale riconosce. E lo stesso diritto internazionale obbliga esplicitamente gli Stati a dare la priorità alla soddisfazione dei bisogni elementari dei propri cittadini e non al rimborso dei suoi debiti.
Come sottolinea la Commissione dell’Onu sul diritto internazionale a proposito dello “stato di bisogno”: «Non ci si può aspettare che uno Stato chiuda le sue scuole, le sue università e i suoi tribunali, lasci cadere allo stesso modo i propri servizi pubblici, abbandoni la propria comunità al caos e all’anarchia semplicemente per disporre in tal modo del denaro per rimborsare i suoi creditori stranieri o nazionali. Ci sono limiti a quel che ci si può ragionevolmente aspettare da uno Stato, così come da una persona singola».
La nostra posizione, condivisa da milioni di greci, è chiara e netta e si riassume nel rispetto del diritto internazionale. I greci non debbono pagare un debito che non è loro, per vari motivi.

Primo: perché l’Onu e le convenzioni internazionali – sottoscritte dal paese ma anche da quelli dei suoi creditori – intimano allo Stato greco di soddisfare come assoluta priorità non i creditori ma i propri doveri verso i suoi cittadini nazionali e stranieri che rientrano nella sua giurisdizione.

Secondo: perché il debito pubblico greco, o almeno una sua parte molto importante, sembra presentare tutte le caratteristiche di un debito odioso, e comunque illegittimo, che il diritto internazionale intima di non rimborsare. Ed è del resto la ragione per cui occorrerebbe fare di tutto non per ostacolare (come sta facendo lo Stato greco) ma piuttosto per facilitare il compito della Campagna greca per l’audit civico del debito onde individuarne la parte illegittima.

La nostra conclusione è categorica: la tragedia greca non è fatale né insolubile. La soluzione esiste, e il rifiuto, l’annullamento e il non pagamento del debito pubblico greco ne sono parte come primo passo nella giusta direzione. Vale a dire, in direzione della salvezza di un intero popolo europeo, minacciato da una catastrofe umanitaria senza precedenti in tempo di pace…

Fonte: Tlaxcala 

Autore: Sonia Mitralia tradotto da Titti Pierini

Licenza: Copyleft

Articolo tratto interamente da Tlaxcala 

Photo credit  Christopher Chan  caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons


22 commenti:

  1. Distruzione di un popolo, carne e sangue mi ricorda la 2° guerra quando hitler iniziò ad invadere a partire dalla polonia e tutta l'europa stette a guardare, si mossero solo quando il loro beneamato cxxo fù in pericolo, succederà lo stesso anche qui, non sento parlare nessuno di quello che succede in grecia, ognuno pensa al proprio oricello, che mi frega finchè mediaworld è aperto.... sono amareggiato veramente amareggiato.

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  2. Fa venire i brividi.
    E questi aumentano pensando che di questo discorso, continuando di questo passo, potremo fare copia-incolla anche per noi.
    Dico noi per dire Italia.
    Ma dico noi per dire anche Europa: quando in un ingranaggio cominciano a saltare alcuni denti, quell'ingranaggio è destinato a bloccarsi.
    Non ci sono santi, e quei pochi "regnanti" che oggi dettano le (loro) regole questo dovrebbero saperlo.
    Mi pare che qualcuno veda nel "tanto peggio, tanto meglio" una panacea a mali da loro stessi creati.
    Mi sia consentito: poveri imbecilli!
    Un saluto e un apprezzamento.

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  3. È veramente preoccupante tutto questo, spero che questo delle Grecia non sia un effetto donino e che tanti altri cadranno.
    Sono momenti molto difficili.
    Buona serata Cavaliere.
    Tomaso

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  4. Non siamo ancora al livello della Grecia, per fortuna. C'è anche da dire che la nostra economia da sempre ha avuto risorse che la Grecia non ha. Tuttavia guardare alla crisi di un popolo che è da due passi da noi, fa accapponare la pelle e deve far capire, soprattutto a chi gestisce la cosa pubblica, che continuando a seguire gli obblighi e le imposizioni del capitalismo mondiale, il passo per raggiungere la Grecia è davvero breve.
    Grazie, a presto

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    1. Il capitalismo e il profitto dei soliti hanno distrutto l'umanità.

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  5. Bisognerebbe essere solidali con la Grecia, prima di pensare che potrebbe toccare anche a noi la stessa sorte. Ma non vedo da nessuna parte iniziative a sostegno dei greci. O sono io che non le conosco?

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  6. Si è perso di vista la priorità..
    il benessere del cittadino...
    che è, Esso stesso strumento
    di valorizzazione della produttività...
    mi sembra che i governi siano in corsa
    per far vedere chi arriva prima...
    a scapito del proprio popolo...
    ma che senso ha far vedere 100 se in realtà si possiede 60?...
    apparire...promettere...
    essere...concretizzare...
    oppure, come diceva la mia Mamma "fare il passo, secondo la gamba"...
    grazie per la Condivisione Cavaliere...
    Stelle a vegliare il Tuo riposo..
    un caro saluto..
    dandelìon

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  7. Una totale Catastrofe... Una Nazione e un popolo vittime di un assurdo "Vampirismo" economico...

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  8. Crisi programmata, crisi pilotata, penso insolubile, uno dei tasselli del domino che si dirama in più direzioni.

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  9. Hanno già calcolato che se la Grecia fallisce, gli altri stati non avranno sconvolgimenti particolari (ItaliaOggi). Un giorno mentre attendevo alle Poste ho sentito un vecchio dire che agli statali dovrebbero dimezzare lo stipendio, come in Grecia. L'ho incenerito con gli occhi. Visto il risultato del dimezzamento?

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  10. Mia figlia mi ha fatto vedere su youtube un filmato di queste povere persone che erano rimaste senza luce, non avevano i soldi per pagare l'IMU che era inserita in bolletta con la corrente. Mi sono messa apiangere, ho pensato a tutti noi, se ci dovesse capitare una tragedia simile. Perchè questa è una tragedia, non avere di chè mangiare o scaldarci.
    Ciao, Cavaliere, un saluto
    Anna

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  11. Ecco,ci sta proprio bene Beethoven leggendo il tuo articolo.
    Per fortuna qualcuno nel web se ne accorge e scrive.
    Io,da mamma,rimango agghiacciata dalle mamme che lasciano i loro bambini negli asili statali perchè lo stato è obbligato a dare loro da mangiare.
    Davvero...arrivare a fare questo,da mamma ripeto,vuol dire che la situazione è quasi inimmaginabile.
    Grazie per aver condiviso

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  12. la caduta di un paese e sempre una tragica cosa!!!!!

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  13. grazie per aver riportato l'articolo

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  14. Importante articolo, da diffondere...
    un caro saluto

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  15. Ciao! Urge il tuo aiuto qui

    http://questionarioterzosettore.blogspot.com/2012/02/questionario-sul-terzo-settore.html

    Ti ho contatto anche su Fb. Se puoi girare la richiesta di aiuto, te ne sarei molto grata!

    Grazie mille :)

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  16. Sulla Grecia i governanti europei e i loro delegati nelle isituzioni finaziarie hanno fatto proprio le prove generali di una mentalità feudale di ritorno.

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  17. come mi piacerebbe saper scrivere bene per dire quello che penso!
    quello che succede in grecia è normale!
    è la conseguenza della terza guerra europea non fatta. che voglio dire? questo: ci hanno provato in tutti i modi a coinvolgere l'europa in altra bella guerra, ormai stanno per passare 70 dall'ultima, diomio è un pò troppo!
    così ci provano con tutto l'oriente arabi eccecc.. ma visto che le guerre gli vanno a buca, fanno finta che ci sono state, ed ora stanno riducendo tutta l'europa, più o meno, ad un dopoguerra, con l'euro hanno dimezzato il potere d'acquisto ma non ne sono stati soddisfatti, così adesso si scatenano spudoratamente con il debito alle banche, alla grecia seguiremo noi e via via gli altri. qunado ci avranno spolpati, si ricomincia la ricostruzione, solito vecchio gioco, tanto se muiono qualche milionata di gente a lor che gliene frega, chi sono loro? le banche il capitale l'industria, eccecc
    purtroppo noi siamo tanti ma non contiamo niente.....
    si certo quando poi siamo all'estremo il popolo si muove, ma qui nasce il pericolo, come si muoverà?
    la fame e la miseria e l'ignoranza e il bisogno le malattie sono delle brutte bestie, e loro lo sanno......

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    1. perchè nessuno, che io sappia, nessuno, non cè nessuna mobilitazione, nessuna manifestazione, in nessuna nazione: italifranciaspagnainghilterra...... nessuno dice niente, tutti zitti e terrorizzati che possa toccare a noi.
      alla grecia sta succedendo in modo plateale, qui da noi lentamente pianopiano......
      perchè il popolo tedesco tace? lo sanno bene che a casa loro si gioca di brutto con la nostra pelle, perchè acconsentono? come... loro che sono così colti così intelligenti così razza pura e quindi al di sopra...ah! ma allora gli sta bene tutto ciò..... e che non mi venissero a dire che loro poverini non sospettavano niente di niente.... tutto questo affamare gli altri è grasso che cola per loro. o no?
      il loro tasso di disoccupazione è il più basso.

      bene dopo questa sfogata, ecco la dimostrazione che il potere sta ottenendo quello che vuole: gli uni contro gli altri...... dividi et impera!

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