lunedì 6 febbraio 2012

L’ACTA porterà alla fine del web e della nostra libertà.

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Articolo da Fanpage.it

Il mondo è ancora una volta sul piede di guerra.
La crisi economica imperversa in tutto l’occidente e non se ne vede la fine.
La disoccupazione è alle stelle.
Focali di protesta scoppiano e vengono repressi nel sangue in ogni dove.
Eppure di cosa si preoccupano – incessantemente – i governi del mondo? Della tutela del copyright in rete, di reprimere la libera diffusione della cultura sul Web; si preoccupano di censurare Internet. Negli Stati Uniti come in Europa, passando per la Cina, il Medio Oriente, il Nord Africa, il pallino d’ogni governante che si rispetti è: come ti imbavaglio il Web?
E così, dopo il tentativo – fallito – di far approvare al congresso statunitense i contestatissimi disegni di legge SOPA (Stop Online Piracy Act) e PIPA (Protect Intellectual Property Act), ora a tentare l’affondo ai danni della rete c’è l’Europa. Il caro Vecchio Continente, infatti, appare sempre più schierato al fianco delle multinazionali farmaceutiche e delle grandi compagnie proprietarie di diritti d’autore (perché sia chiaro, una volta per tutte, che della tutela dei diritti degli autori non frega niente a nessuno, quel che importa è che ai proprietari dei diritti – ovvero le major – sia consentito di continuare a vampirizzare l’arte, gli artisti e i fruitori d’arte).
L’arma di distruzione del Web con cui l’Europa intende bombardare la libera circolazione di idee e prodotti si chiama ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) e mira sia a fermare il commercio di farmaci generici attraverso la Rete che a difendere la proprietà intellettuale (la proprietà, non l’autore) e ha invece poco a che fare con la contraffazione, nonostante l’abile tentativo di suggerire – per mezzo del nome – che solo di contraffazione si tratti.
L’accordo in questione (a cui hanno lavorato i rappresentanti di 40 stati e “alcune compagnie interessate al provvedimento”) è così trasparente, condiviso, esente da punti oscuri e di dubbio interesse collettivo che neppure il Parlamento Europeo – unico organo eletto dai cittadini d’Europa e quindi unico rappresentante dei diritti delle popolazioni – ha avuto informazioni precise riguardo i suoi contenuti. La situazione, insomma, ha contorni loschi, tanto che Kader Arif - relatore UE proprio per l’ACTA - si è dimesso per protesta contro l’assenza di trasparenza e il piglio impositivo che hanno caratterizzato la stesura e la firma del provvedimento.
Secondo Arif, dimessosi il 26 gennaio scorso, “Il Parlamento europeo, unico rappresentante dei diritti del popolo, non ha avuto alcun accesso ai contenuti del provvedimento, né aveva alcuna informazione riguardo la posizione sostenuta dalla Commissione né riguardo le richieste degli altri firmatari dell’accordo”. Attraverso le sue dimissioni, il politico socialista francese ha voluto denunciare “nella maniera più rumorosa possibile il processo che ha portato alla firma dell’accordo, caratterizzato dall’assenza di contatto con la società civile e dalla mancanza di trasparenza fin dall’inizio”.
Stando alle parole di Kader Arif, la libertà online in Europa non è mai stata più in pericolo.
L’ACTA è una vera e propria bomba per web; un attacco al diritto di informarsi e di acquistare i prodotti più convenienti sul mercato. Per mezzo del succitato accordo, i cui tratti eversivi sono stati colpevolmente celati agli occhi dei cittadini europei, l’accesso alle versioni generiche dei farmaci necessari al trattamento di alcune malattie sarà interdetto, e il possesso anche solo di un singolo brano o film sul proprio computer potrebbe avere conseguenze penali.

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Fonte: Fanpage.it


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Articolo tratto interamente da Fanpage.it

Photo credit  lbillon caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons


16 commenti:

  1. Porterà alla fine chi fà informazione vera.

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    1. Infatti usano il copyright come scudo per il controllo dell'informazione e della rete.

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  2. i polveroni si alzano sempre perchè c'è qualcosa da nascondere

    se ora tutto gira intorno a questa storia del web è evidente che a qualcuno serve spostare l'attenzione pubblica da qualcos'altro che sta succedendo...


    una serena notte.

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    1. La risposta è che nascondono qualcosa e le leggi servono a censurare il web.

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  3. La libertà è sempre più in pericolo.

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  4. Purtroppo la vedo come Alligatore...

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  5. Purtroppo anche la nuova "Migrazione verso domini localizzati"che sarà applicata da Google sulla piattaforma Blogspot si inserisce in questo contesto.
    Credo ci aspetttino tempi "oscuri" Cavaliere, in tutti i sensi.
    Un caro saluto

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    1. Infatti dopo Twitter, anche questa piattaforma geolocalizza i propri domini.

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  6. Un ritorno alle 'veline', purtroppo non quelle di Striscia, retaggio di un tristo ventennio, con successive ricorrenti applicazioni. Mentre in alcuni Paesi questi interventi sono "giustificati" da regimi che nel web vedono una minaccia al loro status, in quelli in cui la parola libertà è, teoricamente, accettata, appare come una forzatura, un delitto contro natura.
    Un saluto e che sia un buon giorno, nonostante.

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  7. La Libertà di Parola è seriamente in Pericolo..
    un sereno divenire a Te Cavaliere..
    un Sorriso..
    dandelìon

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  8. Ci vogliono circoscrivere alla "libertà" domiciliare. Bisogna opporsi. Grazie delle tue puntuali informazioni Cavaliere, che mi aiutano a capire quello che per me è materia difficile.

    Ciao :)

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